Il "Liber incantuum laboreriorum et reparationum civitatis Cumarum", custodito nell'Archivio di Stato di Como, è una fonte preziosa che descrive dettagliatamente fortificazioni scomparse, permettendo di ricostruirne forma, funzione ed evoluzione nello spazio urbano.
Registra gli incanti (appalti) relativi a quarantaquattro cantieri comaschi tra il 1426 e il 1436, attraverso le quali è possibile seguire le dinamiche di transizione del paesaggio e dell'assetto politico-amministrativo lariano. Inoltre, offre un'analisi degli aspetti esecutivi dei progetti, come quantità e provenienza dei materiali, tempi di realizzazione, e le diverse fasi dell'appalto (dall'incanto all'approvazione finale). Il Liber identifica anche i soggetti coinvolti nei processi decisionali e operativi, quali cancellieri, assegnatari e magistri (muratori e falegnami).
La sua stessa esistenza e conservazione presso l'Archivio Storico Civico evidenziava la chiara volontà viscontea di rendere pubblica e assicurare la memoria di ogni fase della nuova pianificazione urbanistica. Questo strumento non fu solo un registro contabile, ma un'operazione strategica per costruire l'immagine del potere e i simboli materiali della dominazione su Como, realizzando la comunicazione del dominio attraverso uno strumento scrittorio "appositamente avviato" ancor prima dell'attuazione fisica delle opere.